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In visita a Dinant

by Redazione
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In visita a Dinant, famosa cittadina belga che si specchia suggestivamente sulla Mosa con le sue architetture dense di fascino

Senza dubbio Dinant è una delle più belle città del Belgio, scenograficamente distesa tra la Mosa e alcuni imponenti balzi calcarei che si innalzano dalla parte opposta, sui quali è stata costruita l’imponente Cittadella militare; la città è una delle località turistiche più importanti delle Ardenne, oltre a essere la patria di Adolphe Sax, celebre fabbricante di strumenti musicali e inventore del sassofono. Nonostante lo scenario sereno da cui è circondata ai giorni nostri, tra le placide acque del fiume e il via vai dei turisti, Dinant fu più volte assediata nel corso del ‘400, invasa e contesa dai borgognoni e dai francesi prima e dagli imperiali e dai francesi poi, subendo infine gravissimi danni dai tedeschi all’inizio della prima guerra mondiale, nel 1914.

Come testimonianza dei balzi rocciosi che la circondano dà il benvenuto in città la poderosa Rocca Bayard che si erge a ridosso della strada di ingresso al centro e che si formò a causa dell’esplosione provocata dalle truppe di Luigi XIV per aprirsi un passaggio verso la città, mentre secondo la leggenda sarebbe stata prodotta dal balzo del gigantesco cavallo Baiardo, incitato dai quattro figli di Aimone a saltare la Mosa per portarli in salvo da Carlo Magno che li inseguiva; quale che ne sia l’origine il gigantesco masso incombe sulla strada e il camper ci passa accanto a pelo, assicurando le prime emozioni e dando il benvenuto nell’abitato.

 

Il panorama più famoso della città si coglie a ridosso del ponte sulla Mosa, dove con un deciso effetto cartolina Dinant si presenta specchiandosi sulle acque del fiume con un insieme di edifici dalle facciate variopinte, mentre proprio ai bordi del ponte si possono ammirare diverse sculture di vario colore a forma di sax, che ricordano l’illustre figlio della città. Come accennavamo, la città è dominata da un’imponente rocca su cui si erge la Cittadella, eretta nell’XI secolo per controllare la sottostante valle della Mosa, rifatta nel XVI secolo e distrutta dai francesi nel 1703. La Cittadella si può raggiungere dalla città bassa attraverso la funicolare o con una faticosa scalata lungo gli oltre quattrocento gradini che salgono fino a cento metri di altezza sopra il fiume. Dopo essere stata distrutta e ricostruita diverse volte a seguito dei frequenti assedi alla città, nelle forme attuali ci è giunta dopo il rifacimento olandese del 1821; al suo interno si può visitare il Museo delle Armi, che permette di rivivere le atmosfere belliche delle numerose battaglie e assedi subiti dal complesso nel corso dei secoli.

Al di sotto della rocca, nella parte bassa del borgo, svetta la Collegiale di Notre-Dame, le cui origini risalgono al XII secolo; la sua facciata si specchia sulla Mosa alla fine del ponte che unisce le due parti della città. L’impronta romanica delle origini non esiste più da quando un masso caduto dalle rocce soprastanti  distrusse l’edificio originario, dando il via nel XIII secolo alla sua ricostruzione in stile gotico; la chiesa attuale è così incorniciata da due massicci torrioni rimasti incompiuti a causa della mancanza di fondi e da un campanile a bulbo di una settantina di metri aggiunto nel XVI secolo, autentico simbolo cittadino. Al suo interno si penetra attraverso il portale occidentale, scandito da scene del Giudizio Finale, o dal portale meridionale che mostra l’Incoronazione della Vergine e la Resurrezione; ritrovandosi sotto le tre maestose navate, si possono ammirare un magnifico polittico, l’enorme vetrata istoriata con scene sacre, che è una delle più alte d’Europa, e il busto d’argento del Patrono cittadino, St. Perpète.

A ridosso della Collegiale si allarga l’Abbazia di Leffe con un complesso di edifici barocchi del ‘600, che dà il nome a un’altra famosa birra belga; infatti, fin dai tempi del medioevo qui si beveva birra, bevanda più pura e più nutriente dell’acqua, che con il trascorrere dei secoli divenne per i Monasteri e le Abbazie, impegnati a produrla secondo antiche ricette, anche una fonte di sostentamento economico, secondo un’usanza che continua fino ai giorni nostri.

Dopo la rivoluzione francese il Monastero si spopolò e smise di produrre birra, la cui produzione è ripresa a metà del ‘900 grazie alla collaborazione con un birrificio di Bruxelles, il Lootvoet, con una connotazione industriale, ma che si avvale della “ricetta” e del gusto sviluppati per secoli nell’antico birrificio del Monastero. La gamma di birra Leffe è composta da diverse varianti con diversa gradazione alcolica, che vanno dal 5,5% della Leffe Nectar, aromatizzata al miele, al 6,6% della Leffe Blonde, dal gusto vellutato, secca e fruttata, fino al 9% della Leffe 9. Lungo il marciapiedi che va dalla Collegiata alle Grande Rue, scandita da eleganti vetrine in cui si possono ammirare i tipici souvenir cittadini in rame giallo inciso, sono visibili anche diverse impronte dorate che spiccano sullo stesso marciapiedi, alcune delle quali recano le firme di…

… continua a leggere l’articolo completo nel N.401 di CAMPERPRESS!

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