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Fatti e Misfatti

by Redazione
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Non è che vi sia molta voglia di “pazziare”, Carnevale quest’anno si prospetta diverso da quello degli anni precedenti: le guerre, le violenze, i fascismi che rinascono, l’intolleranza e il razzismo, i cambiamenti climatici, le epidemie lasciano ben poco spazio al periodo più pazzo dell’anno, come si amava definire il Carnevale un tempo.

Perché da mesi siamo immersi in un momento “pazzo”, in fatti e misfatti che mai ci saremmo immaginati di vivere, in crimini che rimandano con la mente ad altri pessimi momenti che occupano pagine nella storia dell’umanità.

Eppure, a ben pensarci, proprio Carnevale può correre in aiuto, più quello che si vive nelle piccole località che non nei grandi centri: il carnevale che è folklore ed anche rievocazione storica, nel quale s’immergono tanti paesi che, insieme, formano una spettacolare rete che unisce il nostro Paese.

Si tratta di manifestazioni carnevalesche che aiutano a vedere la storia stando dalla parte di chi è oppresso, di chi subisce, di chi ha scarse potenzialità decisorie, fino a quando…già fino a quando non decide di ribellarsi, di sconfiggere il potente di turno con un’arma che è micidiale, la derisione.

Quest’anno privilegerò i piccoli centri, cercherò i lati positivi del carnevale, mi posizionerò, come sempre, dalla parte degli ultimi, che sono i veri eroi di queste giornate.

Quest’anno gioirò ancora di più vedendo i potenti messi alla berlina, costretti a subire il frutto delle loro angherie, con le donne che assumono, come giusto, il ruolo delle protagoniste al servizio del proprio popolo.

Rappresentazioni dall’alto valore folkloristico, ma anche istruttive, che danno un senso al Carnevale 2024 e aiutano a sperare in un futuro diverso da quello che stiamo vivendo in queste giornate.

Ho negli occhi immagini che mortificano l’essere umano: stragi, stupri e infamità, armi che uccidono, violenze famigliari, ideologiche e religiose: è il momento di “dargli un taglio”.

Sono certo che saranno molti i camper che sosteranno nelle località dove il carnevale è meno spettacolo e più vita vissuta, radici che generano nuova vita, rievocazioni nelle quali la ragione trionfa sull’oscurantismo e la sopraffazione.

Buon Carnevale…semel in anno licet insanire!

 

Beppe Tassone

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