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Andar per boschi in Valpelline

by Redazione
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La  Valle D’Aosta più nascosta e genuina, ai confini della Svizzera, ha tante storie da raccontare. Scopriamole insieme alcune di queste.

C’è la Valle d’Aosta delle capitali, mondane e sportive, della vacanza in montagna. Super organizzate, affollate, dove nulla succede per caso. E c’è, per contro, la Valle d’Aosta selvaggia, poco nota e regno incontrastato della natura e del wilderness.

Poi c’è la Valpelline. L’ago della bilancia. L’elemento equilibratore che racchiude le cartoline virtuose della regione, lasciando da parte ogni eccesso. Ma senza farsi (e fare) mancare niente: pascoli e ghiacciai over 4000, accoglienza di qualità e ristorazione DOC, organizzazione e ampi spazi nei quali ritagliarsi la propria vacanza di scoperta. Un gioiello anche per gli habitué della regione. Il capoluogo, Valpelline, si raggiunge in poco più di due ore da Milano. Ma a noi non basta, ci spingiamo ancora più in quota. Da Valpelline a Bionaz, centro principale dell’alta valle, si vincono più di 600 metri di dislivello. Il comune è la somma di 21 piccoli villaggi, ognuno con una storia da raccontare. Prima di bruciare le tappe, girovaghiamo per Bionaz: lo scorrere del tempo ha lasciato i suoi segni nei tradizionali forni, nei rascard e nei mulini, mirabili esempi della più autentica tradizione valdostana.

Un legame con il passato che è sancito dal patois, il dialetto parlato dalla maggioranza delle persone che s’incontrano. La Chiesa di Santa Margherita è il più importante monumento del villaggio, con l’immagine della patrona a impreziosirne la facciata. Proseguiamo, seguendo la strada principale che porta fino al Lago di Place Moulin. È un continuo incrociare di piccole frazioni, quelle che costituiscono l’anima della valle, ne formano la spina dorsale. È in questi luoghi che si respira il genius loci della vallata. È qui, tra l’altro, che si celebrano, in maggio e settembre, i riti dell’inarpa e della desarpa, ovvero la cerimonia (è proprio il caso di dirlo) della transumanza del bestiame verso gli alpeggi in quota. Ma il must della tradizione si assapora sulle tavole di questi borghi. A Valpelline merita infatti una visita la Cooperativa Produttori Latte e Fontina. Non possiamo dunque evitare l’assaggio del formaggio-icona della regione: straordinario! Da non perdere, poi, la seupa à la valpellinentze preparata con cavolo verza, pane raffermo e fontina, innaffiati con brodo di carne. Man mano che ci avviciniamo all’invaso di Place Moulin, è la natura a prendere il sopravvento.

L’occasione è ghiotta per gli amanti della fotografia naturalistica: camosci, cervi e stambecchi entrano spesso nell’inquadratura. Non dà meno soddisfazioni la flora: tra aquilegie alpine, genziane e silene, avrete spesso l’opportunità di sfoderare il vostro nuovo obbiettivo macro.

Le valli laterali, i pianori erbosi e le alte vette sono poi il paradiso per chi non può fare a meno dello sport. Se d’inverno scialpinismo, fondo ed escursioni con le ciaspole sono le attività più diffuse, l’estate è il momento di mountain bike, pesca e trekking. Numerosi sono i rifugi che punteggiano la Valpelline, comodi punti d’appoggio (o di arrivo) per ogni escursione. Noi abbiamo deciso di lasciare il camper presso la diga di Place Moulin e di raggiungere a piedi il Rifugio Prarayer. Però sappiamo già che dovremo tornare: il Rifugio Aosta, il Nacamuli-Collon e il Crête Sèche ci aspettano.

Come raggiungerla

Arrivando in autostrada da Torino o Milano si esce ad Aosta (Aosta Est). Appena oltre il casello si imbocca la galleria per il Gran S. Bernardo e quindi il primo bivio sulla destra per Valpelline-Bionaz. Si prosegue oltrepassando i comuni di Gignod, Roisan, Valpelline e Oyace per raggiungere il comune di Bionaz.

Sosta Camper

Campeggio – Loc. Les Prailles n. 8, Tel. 0165 73250    Il campeggio Grand Combin è situato a 300 metri a est dell’abitato di Valpelline. Occupa una superficie di 3 ettari ed è disposto su un terreno erboso a terrazze con ampie piazzole ombreggiate.

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